Ieri sera hai sgarrato. Ti sei mangiata la tua pizza preferita, non quella "verdure grigliate solo pomodoro senza mozzarella", ma proprio quella che piace a te, con la bufala e il prosciutto crudo. Ci hai pure bevuto insieme una birretta e per dirla tutta non ti sei fatta mancare nemmeno il pezzetto di torta al cioccolato che avevi adocchiato al banco gastronomia e che non sei proprio riuscita a non comprare.
Bene, tutto molto bello.
Ma ora è mattina,
E il tuo primo pensiero è correre a verificare e quantificare l'ammontare del danno compiuto la sera prima.
In che modo? Con la bilancia naturalmente!
È più forte di te, non ci puoi fare niente: ti guarda dall'angolino in cui l'hai posizionata ed è come se ti sfidasse: "Vieni un po' a vedere il disastro che hai combinato, se hai il coraggio!"
A questo punto le opzioni sono due:
1) sali sulla bilancia e il numero è spaventosamente alto rispetto a quello immaginato e voluto.
2) sali sulla bilancia e il numero che vedi è bene o male in linea con le tue aspettative e desideri.
L'opzione 3, in cui NON sali sulla bilancia, non è contemplata; sarebbe la scelta migliore, ovvio, ma raramente accade, proprio perché tu stessa senti l'effettivo bisogno di un confronto faccia faccia con la realtà, nel bene e nel male.
Sia l'opzione 1 che la 2 si porteranno con sé una reazione, che andrà molto spesso a influenzare la tua giornata e il tuo comportamento. Soprattutto nel primo caso infatti, alla vista di un numero non gradito, arriveranno rapidi rapidi pensieri e sensi di colpa, affiancati da ossessivi controlli allo specchio, che andranno a minare autostima e serenità in tempo 0.
"Lo sapevo che non avrei dovuto mangiare così tanto!, "Sono sempre la solita ingorda", "Ho rovinato tutto", "Faccio schifo, guarda lì che pancia", "Oggi pranzo solo con verdure, la pasta me la scordo!". E così via.
La situazione non è in realtà migliore nemmeno nel secondo caso, quello in cui la bilancia mi conferma che "Comunque me la sono cavata dai, sono stata brava, quella pizza non ha fatto troppi danni". Si fa un respiro di sollievo e si è pronti ad iniziare la giornata con il piede giusto.
Quello che stiamo facendo però è affidare il nostro umore, la nostra autostima e l'andamento della giornata a un numero.
Niente di più, niente di meno.
Ciò che facciamo, ormai anche inconsciamente purtroppo, è associare la nostra persona, il nostro valore e l'idea che abbiamo di noi, a uno strumento. Strumento che ha un tale potere su di noi, da essere in grado in influenzare anche il nostro comportamento: numero troppo alto➡ non va(DO) bene➡ salto il pranzo;
numero giusto➡ va(DO) bene➡ posso concedermi di mangiare.
Capite bene però che questo ragionamento è assurdo. La bilancia è solo una bilancia e il numero che segna è solo e soltanto un numero. Cosa ne sa della persona che sei, delle qualità che hai, dell'impegno che metti nel lavoro, della dedizione con cui coltivi le amicizie, della sensibilità che mostri nel mandare un messaggino a una persona che sai sta avendo una giornata pesante?
La bilancia non lo sa che il numero in più che segna dopo una cena che tu consideri "sgarro" è il risultato di un momento gustoso, piacevole, in cui hai assaporato cibo, affetto, gioia, vita.
Non è facile smettere di punto in bianco di ricercare una conferma del proprio valore in un numero (preferibilmente il più basso possibile) perché respiriamo ogni giorno, ovunque intorno a noi, l'idea che esso vada di pari passo con la magrezza e che anzi, più perdi peso e più sei meritevole.
E allora che fare?
Un primo piccolo importantissimo passo potrebbe essere quello di NON pesarsi al mattino appena svegli e di resistere all'impulso pensando a questo: indagheresti mai il tuo valore con una sedia? Chiederesti alla lavastoviglie il permesso di mangiare? Lasceresti al ferro da stiro il compito di definire il tuo umore e la tua giornata?
Se la risposta a queste domande è "No", cosa che credo e spero, perché non dovrebbe valere lo stesso discorso per la nostra cara bilancia?
E se lo dice una dietista... 😉
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